ll “muoversi lento” come camminare o pedalare è un presupposto fondamentale per sperimentare la grandezza dell’animo umano. Muoversi a pedali non è associabile alla classica definizione di “viaggiare” nel senso comune in cui questo termine è inteso: arrivare ad una meta passando uno ad uno tutti i luoghi previsti dell’itinerario ma è piuttosto un “muoversi lento” che ti permette di vivere inaspettate “esperienze umane”, a volte anche “sovrumane” fatte di interazioni, confronti, conoscenza di persone culture e tradizioni. Leo
Cammino di Santiago
settecentonovantasette km di colori, profumi, sapori, sensazioni, emozioni,
passioni e tant' altro..... dal 04 al 11 agosto 2014. Ho fatto tante cose nella
vita ma questa credo senza ombra di dubbio che mi rimarrà impressa fino
all'ultimo respiro.
Arrivo a Roncisvalle il 13.08.2014 alle ore 11.00 piove e c'è nebbia, temperatura autunnale.
Prima tappa 04.08.2014 da Roncisvalle a Estella km 97 percorsi: Sveglia ore 06.00, si rimontano le bici, facciamo colazione e partiamo alle ore 08.10 con una leggera pioggerellina.
Seconda tappa 05.08.2014 da Estella a Santo Domingo de la Calzada km 108 percorsi : Partenza ore 07.45 dopo circa 4 km si arriva alla famosa Fuente del Vino (sorseggio il vino di primo mattino e mi riempio la borraccia) poi al Monasterio de Iraqe dei Benedettini. Scesi da Villamayor si percorrono 12 km di solitudine: il sentiero attraversa la rigogliosa campagna, con una leggera salita si arriva al Portillo de las Cabras, prima di scendere dolcemente a Los Arcos.
Arrivo a Roncisvalle il 13.08.2014 alle ore 11.00 piove e c'è nebbia, temperatura autunnale.
Prima tappa 04.08.2014 da Roncisvalle a Estella km 97 percorsi: Sveglia ore 06.00, si rimontano le bici, facciamo colazione e partiamo alle ore 08.10 con una leggera pioggerellina.
Tappa piacevole, lunga e non difficile, prevalentemente in
discesa ma con alcune brevi salite, diversità di paesaggi e caratteristiche
naturali: si attraversano per lunghi tratti gli umidi boschi pirenaici, verdi
pascoli ed infine si arriva alla periferia di Pamplona. Sono frequenti gli
attraversamenti di torrenti e fiumi, da Zubiri a Pamplona praticamente si segue
il corso del Rio Arga, poi si incontrano numerosi paesi e villaggi. è
bellissimo e suggestivo l ’arrivo alla chiesa di Trinidad de Arre e all
’annesso albergue, dietro il Convento de la Trinidad. Si attraversa Pamplona,
città ricca di monumenti e di storia, graziosa, ordinata e pulita dove
pranziamo con panini e birra a volontà. Si sale al valico dell ’Alto del
Perdon, risalendo una conca verde seminata a grano. Ma prima di arrivare al
valico s ’incontra la Fuente Reniega; oggi, senza più acqua, è segnata da un
moderno monumento in ricordo di un famoso miracolo di San Giacomo.
Al Valico si incontrano una serie di sagome di lamiera di ferro raffiguranti una carovana di pellegrini in marcia, guidati dalle stelle della Via Lattea. Su una di queste è incisa questa frase: "Donde se cruza el camino del viento con el de la estrellas" (Dove di incrocia il cammino del vento con quello delle stelle). Al valico, accolti dalle turbine a vento, alle nostre spalle si distinguono per l ’ultima volta i Pirenei. Davanti appare la vallata con i paesini che il Camino attraverserà: il versante di sud-ovest scende giù a Puente la Reina ed oltre, la temperatura si fa più secca e più calda.
Al Valico si incontrano una serie di sagome di lamiera di ferro raffiguranti una carovana di pellegrini in marcia, guidati dalle stelle della Via Lattea. Su una di queste è incisa questa frase: "Donde se cruza el camino del viento con el de la estrellas" (Dove di incrocia il cammino del vento con quello delle stelle). Al valico, accolti dalle turbine a vento, alle nostre spalle si distinguono per l ’ultima volta i Pirenei. Davanti appare la vallata con i paesini che il Camino attraverserà: il versante di sud-ovest scende giù a Puente la Reina ed oltre, la temperatura si fa più secca e più calda.
Alle ore 17.30 arriviamo ad Estella è
una bella cittadina, tutto fantastico, ceniamo con il
paese in festa fino alle prime luci del mattino, tutti gli abitanti vestiti di
bianco e rosso!!!
Incontriamo un gruppo di Italiani, con
una ragazza ci scambiamo gli attrezzi del cammino io gli faccio provare la mia
bici e lei mi fa provare il suo zaino, devo dire che il suo zaino era più
pesante della mia bici, ragazza tosta che porta sulle spalle uno zaino con quasi
50 kg di roba…..
Attraversati: Pamplona, Puente la
Reia.
Primi inconvenienti risolti
brillantemente : Una piccola caduta da parte mia su un sentiero roccioso
bagnato senza conseguenze e rottura del portapacchi di Marco con conseguente
cambio di percorso sull’asfalto fino a Pamplona per trovare un negozio e sostituire
il portapacchi, si risolve tutto positivamente con un costo di 30 €.Seconda tappa 05.08.2014 da Estella a Santo Domingo de la Calzada km 108 percorsi : Partenza ore 07.45 dopo circa 4 km si arriva alla famosa Fuente del Vino (sorseggio il vino di primo mattino e mi riempio la borraccia) poi al Monasterio de Iraqe dei Benedettini. Scesi da Villamayor si percorrono 12 km di solitudine: il sentiero attraversa la rigogliosa campagna, con una leggera salita si arriva al Portillo de las Cabras, prima di scendere dolcemente a Los Arcos.
Continua il percorso con leggeri saliscendi, ad eccezione
della rapida ma breve salita all ’Alto de Nuestra Señora del Poyo. Si
attraversano grandi spazi che esaltano la solitudine ed invitano alla
meditazione; ampi terreni arati si alternano alle coltivazioni a grano ed ai
vigneti, pochissime le zone alberate. Poco prima d ’arrivare a Logroño si
lascia la Navarra e si entra nella Rioja: l regione famosa per la qualità dei
suoi vini. Logroño è una grande città con un bel centro storico ma una brutta
periferia.
Lasciato l ’albergue si raggiunge rapidamente la Fuente de
los Peregrinos, ma si pena un po ’ per uscire dalla brutta periferia di
Logroño. Una nuova pista in cemento ci porta fuori della città e costeggia il
primo dei due laghi del Camino. Il sentiero passa tra freschi boschetti e
raggiunge l ’Alto de la Grajera: qui i Pellegrini hanno piantato sul terreno
innumerevoli croci fatte con ramoscelli e legni della vicina segheria.
Riprendono i saliscendi, sempre tra grandi distese di vigne e olivi. Prima di
entrare a Navarrete il cammino attraversa le rovine restaurate dell ’antico
Hospital di San Juan de Acre. Il sentiero è disseminato di pietre che i
pellegrini raccolgono per poi deporle a formare pile simili a braccia tese
verso il cielo; lungo il Camino di questi mucchi di pietre se ne incontreranno spesso. Arriviamo alle ore 19.30 a Santo Domingo de la Calzada con
diverse soste lungo il percorso. Per tutto il giorno il cielo si è mantenuto
sereno un po’ velato, temperatura nelle ore più calde di 37° C. Percorso
pianeggiante tutto sterrato con polvere, ghiaia. Attraversati: Los Arcos,
Logrono, Najera.
Attraversati: Melide, Arzua, Monte do Gozo.
Un grazie particolare va al mio compagno di viaggio Marco.
A metà viaggio incontriamo due Spagnoli Jordy, Rainero ed un francese Antony e procediamo insieme fino a Santiago.
Terza tappa 06.08.2014 da Santo Domingo de la
Calzada a Castrojerez km 119 percorsi : Partenza ore 08.00,
gran parte della tappa si snoda attraverso gli enormi spazi
di una campagna ondulata, fra vigneti a perdita d’occhio, con poca ombra e
possibilità di rifornirsi d ’acqua solo nei villaggi. Ad Azofra si può optare
per un percorso alternativo, la Ruta de los Monasterios, che porta alla
stupenda Abadia Cisterciense de Cañas ed al Monasterio de San Millan de la
Cogolla, e proseguendo si arriva a Berceo, un bel paesino da dove, nel X
secolo, s ’irradiò la lingua Castillana. Dopo Grañon si lascia la Rioja ed
inizia la Castilla y Leon, provincia di Burgos: ora s’ incominciano a vedere
sui campanili e sui tetti delle case i nidi delle cicogne che ci
accompagneranno fino a Santiago.
Si continua con leggeri saliscendi sino a Belorado, poi
inizia la lunga salita, ripida a tratti, fino a San Juan de Ortega, a 1.050
metri d ’altitudine. Si attraversano boschi di cerro e di pino, non proprio
belli. Il sentiero segue spesso canaloni formatisi con le piogge, che se piove
diventano rivoli di fango; al termine della salita un lungo altipiano. San Juan
de Ortega è una bella sorpresa: si arriva all ’improvviso, come sbucare da una
radura: è un luogo dello spirito, col grande monastero ormai vuoto, la
bellissima chiesa, la fonte di acqua fresca e tanto verde. Dopo la messa serale
il prete locale spesso offre ai pellegrini riuniti attorno al tavolo la sopa de
ajo.
Scendendo da San Juan de Ortega all ’inizio s ’incontrano
boschi poi grandi prati, con tante mucche al pascolo. Si attraversano minuscoli
paesini e, raggiunta la Sierra Atapuerca, si vede in lontananza la città di
Burgos. Ma per arrivarci c ’è ancora molta strada da percorrere: bisogna
scendere e attraversare grandi distese di pascoli, la brutta zona industriale
ed ancora l ’interminabile periferia. Si arriva all ’albergue psicologicamente
stanchi
Si esce da Burgos e ci si trova subito in aperta campagna.
Stiamo entrando nella regione delle Mesetas, altopiani di circa 900/1.300 metri
s.l.m., piuttosto aridi, terreno di argilla compatta e sassosa. Le uniche
coltivazioni sono di grano caratteristicamente basso. Tra una meseta e l’altra
ci sono delle piccole valli dove sembrano nascondersi paesi e villaggi. Una
breve deviazione ci porta alla sorgente di fresca e abbondante acqua dell
’Arroyo de San Bol: qui i monaci di San Anton gestivano un ospedale per curare
i Pellegrini. Tra Hontanas e Catrojeriz, circa 11 km, l ’unico posto per
rifornirsi d ’acqua è nel Monastero di San Anton, attiguo alle omonime rovine,
poco oltre metà strada. Si prosegue in continui saliscendi attraverso una
solitaria campagna per arrivare a Castrojeriz, arroccato su una collina.
Arrivo alle ore 16.00 giornata ccon
cielo limpido e sereno con temperatura nelle ore più calde di 37° C.
Attraversati: Belorado, S. Juan de
Ortega, Burgos, Arroyo Sambol.
Quarta tappa 07.08.2014 da Castrojerez a El Burgo Ranero km 106 percorsi : Il paesaggio sembra ripetersi: estesi campi di grano, ma anche foraggi e vigneti, tra fiumi e canali d ’irrigazione e strade sempre più rettilinee. Passato Puente de Itero, sul Rio Pisuerga che ne è il confine storico e naturale, si lascia la provincia di Burgos e si entra in quella di Palencia, quindi si passa dalla Castilla a Leon. E ’ la landa pianeggiante delle mesetas: siano a 800/900 mt. d ’altitudine; la scarsità di alberi impreziosisce l ’ombra. In questa vastità l ’orizzonte quasi si diluisce nel cielo ed i paesi che s ’incontrano sembrano sempre più piccoli la sensazione di vuoto che si prova attraversandoli è impressionante: per i viottoli e nelle minuscole piazze non s ’incontra gente né si vedono animali. Infine si arriva a Villalcazar de Sirga con la sua bellissima chiesa.
Quarta tappa 07.08.2014 da Castrojerez a El Burgo Ranero km 106 percorsi : Il paesaggio sembra ripetersi: estesi campi di grano, ma anche foraggi e vigneti, tra fiumi e canali d ’irrigazione e strade sempre più rettilinee. Passato Puente de Itero, sul Rio Pisuerga che ne è il confine storico e naturale, si lascia la provincia di Burgos e si entra in quella di Palencia, quindi si passa dalla Castilla a Leon. E ’ la landa pianeggiante delle mesetas: siano a 800/900 mt. d ’altitudine; la scarsità di alberi impreziosisce l ’ombra. In questa vastità l ’orizzonte quasi si diluisce nel cielo ed i paesi che s ’incontrano sembrano sempre più piccoli la sensazione di vuoto che si prova attraversandoli è impressionante: per i viottoli e nelle minuscole piazze non s ’incontra gente né si vedono animali. Infine si arriva a Villalcazar de Sirga con la sua bellissima chiesa.
Le mesetas scorrono implacabili ma il paesaggio sembra fermo
nello spazio e nel tempo; nelle giornate di sole la mancanza d ’ombra si fa
sentire. Da Carrion de los Condes a Calzadilla de la Cueza ci sono 17 km di
completa solitudine: sentieri rettilinei che sembrano infiniti mettono a dura
prova la resistenza psicologica. Parte del sentiero è ciò che rimane della Via
Traiana che collegava queste terre alla Francia. Ricordarsi di rifornirsi d ’acqua
e di qualche panino o frutta, in questo lungo tratto non ci sono fontane né
negozi.
Siamo nella provincia di Leòn. Dopo Sahagun, a circa 4 km,
si raggiunge il bivio per il percorso alternativo Camino Real Frances, una
"senda", un po ’ più ombreggiata e abitata, che passa per Bercianos
del Real Camino, El Burgo Ranero dove pernottiamo in una splendida casetta di legno.
Qui incontro una ragazza di Chieti Scalo che abitava (
adesso vive in Austria ) a poche centinaia di metri da casa mia, il mondo è piccolo!!!
Attraversati: Fromista, Carrion de
los Condes, Cervatos, Sahagun.
Quinta tappa 08.08.2014 da
El Burgo Rane a Foncebadon km 117 : Percorso montagna, Reliegos
e Mansilla de las Mulas. Oppure si può continuare sul Camino, ora chiamato
Calzada de los Pelegrinos, più solitario ma più bello, via Calzada de Coto,
Calzadilla de los Hermanillos, Apeadero de Villamarco, Reliegos e Mansilla de
las Mulas. Il paesaggio non muta, siamo ancora nella Tierra de Campos, si segue
a lungo la senda, parallela alla strada provinciale, con piccoli alberi che
sembrano non voler crescere. I villaggi che si attraversano sono poveri, molte
sono le case abbandonate e in rovina: le case sono fatte con mattoni crudi di
paglia e fango. Il sentiero è spesso invaso da erbacce e le frecce gialle certo
non si sprecano. Anche qui per un lungo tratto non ci sono possibilità di
rifornirsi d ’acqua e di cibo, sia sul Camino che sul percorso alternativo.
Si continua su strade e sendas, lungo un terreno
pianeggiante come un biliardo, 5 km di senda per arrivare a Mansilla de las
Mulas, attraversato il paese ed il ponte sul Rio Esla, si riprende la senda per
2,5 km fino a Puente Villarente. Qui un sentiero, parallelo alla carretera,
dopo 6 km raggiunge Valdelafuente, ancora un po ’ di senda e si arriva alla
periferia di Leon con il suo bellissimo centro storico.
Si esce con fatica da Leòn, tormentati dall ’incolore e
disordinata periferia, frastornati dal traffico: attenzione alle frecce gialle,
non è sempre facile individuarle. Arrivati alla Virgen del Camino si può
proseguire dritti: il percorso è un po ’ più corto ma si cammina lungo la
carrettera. Se invece si prende verso sinistra proseguendo per il Camino
tradizionale si entra nella campagna del Paramo, circa mt. 900 d ’altitudine,
ancora meseta, e le solite coltivazioni. Passati un paio di villaggi si arriva
a Villar de Mazarife, che ci accoglie con la sua quiete, qualche negozio, un
paio di bar, il piccolo museo con un bel mosaico ed il Pintor Romanico, l
’artista che ha lo studio vicino all ’albergue. di nuovo la campagna, sotto un
sole implacabile e pochi pioppi a gettare una timida ombra. Bello e desiderato
l ’arrivo ad Hospital de Orbigo: l ’antico ponte romano ci dà il benvenuto.
Finalmente terminano le mesetas: da un po ’ siamo nella
regione detta Maragateria: è bello ritrovare un po ’ di salita, vedere in
lontananza monti imbiancati di neve, los Montes de Leòn. La bella città di Astorga
appare quasi aerea con le sue ripide vie di accesso, come a volerne nascondere
l ’elegante centro. Si attraversano piccoli paesi e villaggi con
caratteristiche case di pietra, in continui saliscendi, e l ’aria è più
vibrante, s ’incontrano boschi. Rabanal del Camino accoglie i pellegrini con
grande ospitalità.
Si affrontano i Montes de Leòn, di cui la Cruz de Hierro con
i suoi 1.505 mt. di altitudine rappresenta il punto più alto di tutto il Camino
Francese.
Finalmente arriviamo un po’ stanchi a Foncebadon e dormiamo alla Taberna a Gala.
La cena è stata bellissima insieme ad altri pellegrini, offerta
dall’amica di Marco che faceva il cammino a piedi!!!
Attraversati: Mansilla de las Mulas,
Leon, Orbigo, Astorga, Rabanal.
Sesta tappa 09.08.2014 da Foncebadon a Alto Poio km 95 : Si discende per 9 km per poi risalire per un breve tratto ( la strada porta sotto una stazione radar, che è a 1.517 mt.; il Camino, in quel punto raggiunge solo mt. 1.490 circa) e quindi una lunga discesa fino a Ponferrada, nella valle del Bierzo, tra paesi semi-abbandonati e malmessi.
Sesta tappa 09.08.2014 da Foncebadon a Alto Poio km 95 : Si discende per 9 km per poi risalire per un breve tratto ( la strada porta sotto una stazione radar, che è a 1.517 mt.; il Camino, in quel punto raggiunge solo mt. 1.490 circa) e quindi una lunga discesa fino a Ponferrada, nella valle del Bierzo, tra paesi semi-abbandonati e malmessi.
Il paesaggio è molto bello: i boschi si stendono fino all
’orizzonte, dopo ogni piega del sentiero appaiono tranquille vallate . Tappa
particolarmente ricca di emozioni.
C ’inoltriamo per la regione del Bierzo fino a Villafranca
ed oltre. Il percorso rimane pressoché pianeggiante per un lungo tratto fino a
Cacabelos e, dopo una leggera salita, si arriva a Villafranca del Bierzo. Dopo
Villafranca del Bierzo, se si è scelto di passare per l ’Alto Pradela, si
attraversano vigneti e boschi di pini e si gode una magnifica vista sulla valle
del Valcarce, poi si passa tra boschi di castagno e dopo una rapida ma breve
discesa sulla carrettera si arriva alla Portela, qui s ’imbocca una valle
secondaria e si ritrova la quiete della campagna.
Tappa impegnativa per il dislivello da compiere: nella prima
parte, da Vega de Valcarce al Cebreiro, si sale un dislivello di mt. 700. Poco
prima di arrivare al Cebreiro si lascia la Castilla y Leon e si entra in
Galicia, Provincia di Lugo. Già dalla tappa precedente avevamo rivisto boschi
di castagni. Oggi è una full immersion nel verse. Scendendo dal Cebreiro ci
sono viste spettacolari sulle valli sottostanti che sembrano non finire mai. Si
cammina per umidi boschi, si attraversano pascoli sempre più aperti e s
’incominciano a vedere i caratteristici horreos. Santiago è ora più vicina. Per
un po ’ si cammina in alto, poi inizia la lunga discesa che ci porterà all
’Alto de Pojo
Percorso montagna si arriva a
mt 1296, molto tosti.
Attraversati: Ponferrada, Villafranca del Bierzo, Vega de Valcarce, Cebriero.
Attraversati: Ponferrada, Villafranca del Bierzo, Vega de Valcarce, Cebriero.
Settima tappa 10.08.2014 da
Alto Poio a Palas de Rei km 83 : Tappa
lunga e faticosa prima parte si riprende a scendere fino a Triacastela poi numerosissimi
saliscendi, con paesaggi che variano in continuazione, e si alternano fra loro:
boschi, prati, pascoli, piccoli paesi e villaggi, torrenti e ponti.
Si attraversano costellazioni di piccoli villaggi che hanno
assistito per secoli al passaggio dei pellegrini
Appena fuori Triacastela si può seguire il Camino fino a Sarria e Portomarin.
Appena fuori Triacastela si può seguire il Camino fino a Sarria e Portomarin.
Si attraversa una moltitudine di piccoli villaggi dalle case
di pietra e legno, ciascuno col proprio horreo per il granoturco. Infine si
arriva a Portomarin, adagiato sul lago artificiale.
Da Portomarin a Hospital de al Cruz si fiancheggia , ora a
destra ora a sinistra, la carretera nacional, poi si percorrono strade
secondarie, con le salite della Sierra Ligonde e dell ’Alto do Rosario e si
raggiunge Palas de Rei.
Attraversati: Triacastela, Sarria,
Ferreiros, Portomarin.
Ottava tappa 11.08.2014 da Palas de Rei a Santiago de Compostela km 72 : Da Palas de Rei fino a Melide il Camino segue bellissimi sentieri ed in quest ’ultima parte si sale, per poi ridiscendere, attraversando tre vallate, in gran parte immerse nei boschi.
Ottava tappa 11.08.2014 da Palas de Rei a Santiago de Compostela km 72 : Da Palas de Rei fino a Melide il Camino segue bellissimi sentieri ed in quest ’ultima parte si sale, per poi ridiscendere, attraversando tre vallate, in gran parte immerse nei boschi.
Anche dopo Melide il
sentiero è facile con diversi saliscendi ma contenuti in dislivelli
accettabili, anche se qualche salita fa un po ’ tribolare. Si attraversano
numerose aree boschive, ma le querce ed i castagni ed i pini spariscono a poco
a poco per far posto agli eucalipti. I ruscelli si susseguono ad un ritmo
crescente e la tentazione di fermarsi per ammirare la natura. Piccoli villaggi
appaiono e spariscono rapidamente alle nostre spalle, simili gli uni agli altri
e subito dimenticati.
Si passa San Anton, Amenal, Cimadevila e San Paio, alla cui sinistra
s ’intravede il modernissimo aeroporto. Siamo a Labacolla, un tempo i
Pellegrini si lavavano nelle acque del Rio Labacolla per poi presentarsi alla
tomba dell ’Apostolo nel migliore stato possibile: era un rito di
purificazione.
Si attraversa un ’ampia area verde fino al Monte do Gozo (o Mon Xoi in galego), Monte della Gioia, è meglio godersi l ’ombra e la pace di questi boschi perchè appena s ’inizia a scendere dal monte si cammina sull ’asfalto della periferia.
Fermatevi un attimo anche nella Capilla de San Marcos, prima di scendere dal monte: anche questa chiesetta è parte integrante del Camino., Si passa San Pedro, la Puerta del Camino, le viuzze strette e piene di vita che escludono la vista sulla città, la Via Sacra, Calle de Azabacheria ed ecco, finalmente, Plaza del Obradoiro .... la Cattedrale .... solo 33 gradini ci separano dal Portico della Gloria.
Percorso collinare bellissimo.
Si attraversa un ’ampia area verde fino al Monte do Gozo (o Mon Xoi in galego), Monte della Gioia, è meglio godersi l ’ombra e la pace di questi boschi perchè appena s ’inizia a scendere dal monte si cammina sull ’asfalto della periferia.
Fermatevi un attimo anche nella Capilla de San Marcos, prima di scendere dal monte: anche questa chiesetta è parte integrante del Camino., Si passa San Pedro, la Puerta del Camino, le viuzze strette e piene di vita che escludono la vista sulla città, la Via Sacra, Calle de Azabacheria ed ecco, finalmente, Plaza del Obradoiro .... la Cattedrale .... solo 33 gradini ci separano dal Portico della Gloria.
Attraversati: Melide, Arzua, Monte do Gozo.
Un grazie particolare va al mio compagno di viaggio Marco.
A metà viaggio incontriamo due Spagnoli Jordy, Rainero ed un francese Antony e procediamo insieme fino a Santiago.
MTB impacchettate per Santiago |
Marco e Franco prima della partenza Pescara Girona |
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